Audi, B5 Lover.

Questa settimana ci siamo chiesti se tra le fila dei nostri clienti ci fosse qualcuno che potesse descrivere le sensazioni di possedere un Audi nella nostra maniera.

Ebbene si, abbiamo dato l’input ad Emanuel Stasi cliente della Concessionaria e conoscitore del marchio.

Se vi ricordate l’abbiamo visto in concomitanza del nostro evento ad Imola dove abbiamo portato alcuni dei nostri clienti a vedere l’operatività in pista di Audi Sport e delle sue bellissime R8. Clicca qui, per vedere l’articolo della giornata in pista 

Emanuel con Dindo Capello, Leggenda Audi

 

Ma bando alle ciance, diamo la parola a lui:

 

Che bella cosa il web, così grande, quasi infinito. Puoi trovare consigli, pareri, punti di vista su praticamente tutto ed ovviamente ognuna di queste pagine brulica di espertoni, che tutto sanno e tutto conoscono. Non è da meno il mondo del automotive, che tra pagine ufficiali delle case madri, pagine dei vari club, gruppi di scambio e vari gruppetti minori, riempiono l’etere di tutto e del contrario di tutto. La verità è che un parere è tanto più attendibile quanto più la sua natura è diretta e reale, non solo basata sul sentito dire, ed è per questo che mi trovo a dare il mio punto di vista su cosa significa essere un vero appassionato di un marchio automobilistico prestigioso come AUDI, casa automobilistica tedesca nata dall’intraprendenza di August Horch già nel 1899 quando da semplice meccanico, decise di produrre auto vere con il suo nome…. Si proprio così: nacque prima il marchio e poi la vettura, visto che Horch in tedesco, significa ascolta che, a sua volta tradotto in latino diventa audi.

Ascoltare, udire, sentire…. e da sentire, vicino ad un’ Audi ce ne sono di cose, di sensazioni, di emozioni.

Personalmente l’amore viscerale verso il marchio degli anelli e nato prima ancora di poter occupare il sedile sinistro, ma quel rettangolo rosso, così storto, così fuori dal comune, fuori dagli schemi, mi folgorò subito ed il desiderio di possederne una, si scontrava sempre con la mia giovane età e la mia tasca squattrinata. Era il periodo delle domeniche pomeriggio, passate a guardare la TV, sintonizzata su TMC ascoltando Giovanni DiPillo commentare le gesta dei miei beniamini, che guidavano quelle macchine, che volavano tra un cordolo e l’altro del campionato superturismo, il periodo dove tutte le case evolvevano in estetismi di ogni genere, ma l’Audi progrediva in tecnica con la trazione integrale: e non ce n’era per nessuno… altro che doppie candele e tromboncini allungabili. Altro che calcio!!

 

Emanuel impegnato per beneficenza in pista.

 

Finalmente arrivò la maggiore età e con se la patente, che mi portò dopo un breve tempo di esperienza con una macchinina francese, nel parcheggio del concessionario Audi di zona, sulle cui vetrine mi ero lucidato gli occhi per chissà quante volte. Era fatta. La mia prima AUDI: una A3 TDI 90cv rigorosamente 3 porte e nera: bellissima, sinuosa, con le sue curve morbide, così elegante ma al contempo aggressiva, così avvolgente al posto di guida da farti sentire coccolato ed accudito: non fai un viaggio in un’auto, ma vivi un’esperienza mentre ti sposti da un punto all’altro, gustandoti l’emozione di essere al volante di quell’oggetto che per così tanto hai guardato sulle varie riviste di settore e, perché no, vantandoti anche un pochino di quei quattro anelli che hai sempre davanti agli occhi, perennemente a forma di cuore. Ne passarono altre 2, con varie motorizzazioni, una migliore dell’altra, poi la necessità di più spazio mi portò alla berlina A4 e finalmente il 6 cilindri biturbo, per coronare il sogno di quel bambino che alla fine degli anni 90 poteva solo “guardare ma non toccare”. La rabbia con le ruote, una forza della natura meccanica, un violino che suona delle sinfonie che Mozart levati proprio, tutto sempre con il lusso e la comodità made in Ingolstadt. Viaggi e, nonostante hai la possibilità di farti fotografare da tutti i velox nel raggio d’azione di un fungo atomico, rallenti, stai nei limiti… perché scendere così presto? Perché parcheggiarla? Perché allontanarti da Lei, che ti fa tremare il cuore come solo Lei sa fare? Perché arrivare? Ti gusti tutto, spegni la radio ed ascolti come tutto lavora bene ed al tuo servizio, ma senza obblighi: lo fa con piacere, per donarti piacere.

 

Audi S4 di Emanuel

 

Certo, poi, qualche volta cedi e quando sono calate le tenebre, nella valle scende il silenzio e tutti sono al calduccio, togli le catene e liberi i puledri e metti a dura prova le vertebre cervicali ed ogni muscolo che magari ignoravi di avere, mentre aggressivo ti arrampichi nel budello di curve, tornanti, allunghi e staccate che ti portano in cima alla montagna, dove, anche se buio, vedi sotto di te il bel panorama e nell’aria senti il profumo delle emozioni che solo un’Audi può regalare.

Cose che tutti almeno una volta nella vita dovrebbero provare.

Però non tutti possono essere Audisti, è una sensazione privilegiata. PER POCHI.

Emanuel Stasi.

Ecco cosa vuol dire essere Audisti per questo blog, amore e passione per i quattro anelli fino al midollo. Alla prossima.